MARIO BOLDRINI

Mario Boldrini nasce a Fossato di Vico nel 1949.
Nel 1975 si diploma all’Accademi di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia.
Boldrini sostanzia la propria formatività scegliendo e combinando materie fisiche e adottando tecniche conformemente alle proprie esigenze. Materie e tecniche cariche di memoria artigianale e artistica, ma anche colme di leggi inattese e d’inediti effetti. Persino quando si volge alla tradizione, come nelle opere ceramiche, egli sa bene come contaminarla di inusitate materie e insoliti procedimenti manipolatori. Solo la conoscenza e il rispetto delle leggi tecniche e materiche possono originare il nuovo.
Boldrini disegna, dipinge e scolpisce, ma egli non è un disegnatore, un pittore, uno scultore, né le sue opere sono disegni, quadri e sculture. Il suo lavoro ha permesso pure a generi tradizionali come la pittura e la scultura di acquisire una specifica dilatazione tipologica, tanto in senso operativo quanto in senso tecnico e materiologico. Accanto all’olio e alla tempera, alle terre tradizionali o alle vernici, accanto al legno e al ferro, alla terra e al gesso, il suo strumentario tecnico si è andato arricchendo di nuovi medium. Attraverso costruzioni plastiche polimateriche, d’implicazione cromatica e scultorea, la superficie bidimensionale ha sempre più sconfinato verso lo spazio dell’osservatore e quella tridimensionale ha acquisito spesso un’evidenza geometrica di derivazione quasi pittorica. Opere tipologicamente intermedie, dunque: sculto-pitture e pitto-sculture. Con una pratica materiologica che va dai materiali empirici, consistenti e pesanti (frammenti di oggetti, residuali o intonsi), ad altri leggeri, effimeri, appena palpabili (spago e tela), e con un ricorso al colore che risulta intrinseco alla consistenza materiale (smalti industriali) e alla materia che acquista valenza cromatica (la sabbia sahariana). La fenomenologia delle tecniche, delle materie e delle forme espressive è dunque in Boldrini vastissima. E tuttavia le sue opere sono frammenti della realtà materiale determinati in quanto tali da limiti soltanto spaziali.
Hanno scritto di lui: Luciano Marziano, Cinzia Staforte, John O’Brian, Secondo Sannipoli, Cesare Coppari, Floriano Desanti, Mirella Bentivoglio, Tito Amodei, ecc.
Le opere di Boldrini si trovano in diversi musei civici italiani e tedeschi e in numerose collezioni private.